Sono mesi elettorali questi dove i
bisogni delle persone e le necessità della città vengono messe in secondo piano
per parlare di promesse, e di raccomandazioni, di voti che vanno e soldi che
verranno se voti l’uomo giusto o la donna giusta se vince il vecchio sindaco o
se ci sarà il nuovo che avanza.
Noi come lavoratori e lavoratrici del
C.A.A.T. di via Campo Farnia 100, prima
precari poi stabilizzati, non abbiamo mai smesso di pensare e lottare contro le
contraddizioni e i problemi di cui i politici non si occupano.
Per questo abbiamo iniziato un
percorso di mobilitazione con gli abitanti del residence dove lavoriamo insieme
agli abitanti di altri residence e a lavoratori e lavoratrici che operano nelle
strutture dell' emergenza abitativa, per riaffermare ancora una volta che sui
diritti non si tratta ma si lotta.
Stavano scadendo i contratti per
alcuni residence ed il giorno 25 Marzo 2013 abbiamo fatto una grande
mobilitazione sotto l’ Assessorato alle Politiche Sociali per ribadire che non
si può buttare nessuno in mezzo alla strada e che i residence sono uno
strumento sbagliato ma finora l’unico dell’amministrazione capitolina per
tamponare l’emergenza e che garantisce,
anche se in modo parziale, il "passaggio da casa a casa" come l' amministrazione
si è impegnata ad assicurare approvando la Delibera del Consiglio Comunale n.
110 del 2005. Per ribadire inoltre che un altro modello di accoglienza e
accompagnamento verso una vera emancipazione ed uscita dal disagio dei
cittadini ospitati nelle strutture di assistenza temporanea nel Comune di Roma
è possibile. Durante quella giornata di lotta siamo riusciti a strappare non
solo la proroga dei contratti in essere ma anche la accettazione di un
Regolamento vigente nei C.A.A.T. ragionato e condiviso da chi ci abita e chi ci
lavora. Purtroppo dopo circa 45 giorni sotto quel Regolamento, che è costato
tanto lavoro e impegno, mancano ancora le firme dei Direttori dei Dipartimenti
delle Politiche Abitative e delle Politiche Sociali: il Dott. Bianchini e il
Dott. Scozzafava. Come se non bastasse, strada facendo, abbiamo imparato che
nella folle burocrazia della crisi e dell’austerità, ne l' era del pareggio di
bilancio, non basta firmare un contratto con le amministrazioni pubbliche per
avere la certezza di un diritto ma bisogna braccare i fondi e le informazioni
che altri potrebbero far sparire nelle pieghe dei favori agli amici ed agli
amici degli amici.
Per questo il giorno 14 Maggio 2013,
lavoratori e abitanti, abbiamo occupato
la Ragioneria Generale del Comune di Roma per fare in modo che la promessa di
mantenere aperti i residence avesse anche i soldi necessari.
Infine Venerdì 31 Maggio, siamo stati
negli uffici dell’emergenza abitativa dal Dott. Bianchini per sincerarci se
tutte le procedure fossero state eseguite correttamente. Ora la questione
continua a rimanere sempre la stessa: come è possibile che uomini e donne in
emergenza abitativa e lavoratori e lavoratrici debbano lottare per aver
garantiti i loro diritti?
Purtroppo mentre facevamo questa
"caccia al tesoro" per la copertura economica della proroga, la
stessa, è giunta alla sua scadenza (30 Giugno 2013) e di questo ringraziamo,
come spesso succede, politicanti e burocrati ai quali non deleghiamo la
gestione delle nostre vite e soprattutto crediamo che solo attraverso le lotte
oggi possiamo determinare il nostro presente e cambiare il nostro futuro. Dal
canto nostro, quindi, non possiamo fermarci; ma già da subito immaginiamo e
costruiamo percorsi di mobilitazione e lotta per delle politiche di assistenza
temporanea, si, ma efficaci e giuste. Per una reale soluzione al problema di
chi, vittima della crisi, soffre per la
negazione del diritto ad avere un tetto sulla testa. Come operatori e
operatrici continuiamo a credere che il lavoro sociale svolto in questi anni,
fatto di collaborazione e sinergia con gli enti di prossimità, la costruzione
di laboratori per bambini e adolescenti, di sostegno allo studio, la
costruzione di un ambulatorio di Medicina Popolare, cineforum ed eventi
culturali; sia la strada da seguire, utilizzando realmente ed in modo degno
strumenti quali la partecipazione, la condivisione e l' inclusione fino a
trasformare il disagio in risorsa per lo sviluppo locale.
L’ultima questione che è rimasta
aperta di questa lotta riguarda i nostri stipendi e vogliamo sapere dalla
società Co.Geim e dal neo subentrato Fondo Immobiliare Serenissima dove sono i
soldi dei nostri stipendi arretrati?
La nostra lotta non si fermerà finché
non vedremo garantiti il diritto all’ abitare, il diritto ad un lavoro ,
stabile, garantito ed un reddito sicuro , ed adeguato alle mansioni di operatrici e operatori sociali
quali siamo; non solo per noi ma per
tutte e tutti.
OPERATORI E OPERATRICI SOCIALI DEL
C.A.A.T. CAMPO FARNIA 100 AUTORGANIZZATI.
(con richiesta di pubblicazione)
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