06 giugno 2013

Noi come lavoratori e lavoratrici del C.A.A.T. di via Campo Farnia 100 lottiamo ….

Sono mesi elettorali questi dove i bisogni delle persone e le necessità della città vengono messe in secondo piano per parlare di promesse, e di raccomandazioni, di voti che vanno e soldi che verranno se voti l’uomo giusto o la donna giusta se vince il vecchio sindaco o se ci sarà il nuovo che avanza.

Noi come lavoratori e lavoratrici del C.A.A.T. di  via Campo Farnia 100, prima precari poi stabilizzati, non abbiamo mai smesso di pensare e lottare contro le contraddizioni e i problemi di cui i politici non si occupano.

Per questo abbiamo iniziato un percorso di mobilitazione con gli abitanti del residence dove lavoriamo insieme agli abitanti di altri residence e a lavoratori e lavoratrici che operano nelle strutture dell' emergenza abitativa, per riaffermare ancora una volta che sui diritti non si tratta ma si lotta.

Stavano scadendo i contratti per alcuni residence ed il giorno 25 Marzo 2013 abbiamo fatto una grande mobilitazione sotto l’ Assessorato alle Politiche Sociali per ribadire che non si può buttare nessuno in mezzo alla strada e che i residence sono uno strumento sbagliato ma finora l’unico dell’amministrazione capitolina per tamponare l’emergenza e che  garantisce, anche se in modo parziale, il "passaggio da casa a casa" come l' amministrazione si è impegnata ad assicurare approvando la Delibera del Consiglio Comunale n. 110 del 2005. Per ribadire inoltre che un altro modello di accoglienza e accompagnamento verso una vera emancipazione ed uscita dal disagio dei cittadini ospitati nelle strutture di assistenza temporanea nel Comune di Roma è possibile. Durante quella giornata di lotta siamo riusciti a strappare non solo la proroga dei contratti in essere ma anche la accettazione di un Regolamento vigente nei C.A.A.T. ragionato e condiviso da chi ci abita e chi ci lavora. Purtroppo dopo circa 45 giorni sotto quel Regolamento, che è costato tanto lavoro e impegno, mancano ancora le firme dei Direttori dei Dipartimenti delle Politiche Abitative e delle Politiche Sociali: il Dott. Bianchini e il Dott. Scozzafava. Come se non bastasse, strada facendo, abbiamo imparato che nella folle burocrazia della crisi e dell’austerità, ne l' era del pareggio di bilancio, non basta firmare un contratto con le amministrazioni pubbliche per avere la certezza di un diritto ma bisogna braccare i fondi e le informazioni che altri potrebbero far sparire nelle pieghe dei favori agli amici ed agli amici degli amici.

Per questo il giorno 14 Maggio 2013, lavoratori e abitanti,  abbiamo occupato la Ragioneria Generale del Comune di Roma per fare in modo che la promessa di mantenere aperti i residence avesse anche i soldi necessari.

Infine Venerdì 31 Maggio, siamo stati negli uffici dell’emergenza abitativa dal Dott. Bianchini per sincerarci se tutte le procedure fossero state eseguite correttamente. Ora la questione continua a rimanere sempre la stessa: come è possibile che uomini e donne in emergenza abitativa e lavoratori e lavoratrici debbano lottare per aver garantiti i loro diritti?

Purtroppo mentre facevamo questa "caccia al tesoro" per la copertura economica della proroga, la stessa, è giunta alla sua scadenza (30 Giugno 2013) e di questo ringraziamo, come spesso succede, politicanti e burocrati ai quali non deleghiamo la gestione delle nostre vite e soprattutto crediamo che solo attraverso le lotte oggi possiamo determinare il nostro presente e cambiare il nostro futuro. Dal canto nostro, quindi, non possiamo fermarci; ma già da subito immaginiamo e costruiamo percorsi di mobilitazione e lotta per delle politiche di assistenza temporanea, si, ma efficaci e giuste. Per una reale soluzione al problema di chi, vittima della crisi, soffre  per la negazione del diritto ad avere un tetto sulla testa. Come operatori e operatrici continuiamo a credere che il lavoro sociale svolto in questi anni, fatto di collaborazione e sinergia con gli enti di prossimità, la costruzione di laboratori per bambini e adolescenti, di sostegno allo studio, la costruzione di un ambulatorio di Medicina Popolare, cineforum ed eventi culturali; sia la strada da seguire, utilizzando realmente ed in modo degno strumenti quali la partecipazione, la condivisione e l' inclusione fino a trasformare il disagio in risorsa per lo sviluppo locale.

L’ultima questione che è rimasta aperta di questa lotta riguarda i nostri stipendi e vogliamo sapere dalla società Co.Geim e dal neo subentrato Fondo Immobiliare Serenissima dove sono i soldi dei nostri stipendi arretrati?

La nostra lotta non si fermerà finché non vedremo garantiti il diritto all’ abitare, il diritto ad un lavoro , stabile, garantito ed un reddito sicuro , ed adeguato  alle mansioni di operatrici e operatori sociali quali siamo;  non solo per noi ma per tutte e tutti.



OPERATORI E OPERATRICI SOCIALI DEL C.A.A.T. CAMPO FARNIA 100 AUTORGANIZZATI.

(con richiesta di pubblicazione)


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