13 giugno 2013

Il sindacalismo della scuola in Egitto

 Sotto il vecchio regime, i dirigenti egiziani avevano ben compreso che lo studio poteva aiutare a liberarsi; da qui la loro volontà di fare dell'insegnamento uno strumento di propaganda. Per una sessantina di anni, gli insegnanti non sono stati considerati come uno strumento di potere, ma come uno settore da tenere sotto controllo. Nella strutturazione del regine, negli anni '50, gli insegnanti non erano autorizzati a formare un sindacato, ma formavano un Ordine professionale (come quello degli avvocati o dei medici) integrato nell'apparato dello stato. L'iscrizione all'Ordine era obbligatoria.


Se la presidenza di Nasser  si è connotata per una volontà di istruzione pubblica, l'istruzione non  è stata più una priorità finanziaria dopo il 1970 con l'arrivo al potere di Sadat e l'avvio di una politica neo-liberista. Quando  la popolazione si è più che raddoppiata dopo il 1970, sono state costruite poche scuole. Il risultato è stato che gli studenti per classe sono tre o quattro volte di più di quelli che dovrebbero essere. Allo stesso tempo, i diritti e i vantaggi degli insegnanti sono stati rimessi in discussione. I salari degli insegnanti sono rimasti fermi o quasi negli anni, non permettendo più ai lavoratori di vivere del loro lavoro. Oggi, dopo venti anni di insegnamento, un insegnante guadagna 950 Lire egiziane, ossia un po' più di 100 euro. E quelli con maggiore anzianità sono ben lontani dall'essere tranquilli perché, in nome del capitalismo ultraliberale, non esistono  più  contratti a tempo indeterminato.

I nuovi professori egiziani possono essere assunti per due anni con un salario di 300 Lire egiziane (35 euro), per sette o otto mesi, ossia un intero anno scolastico -escluse le vacanze- per  90 Lire egiziane (10,5 euro), o anche con paga oraria di 2 Lire egiziane (24 centesimi di euro).

Il regime di Moubarack, prima della sua caduta ha promulgato una legge per  assumere insegnanti stranieri ad una paga ancora inferiore.

In queste condizioni, gli insegnanti  hanno dovuto esercitare simultaneamente diversi lavori  o trasformarsi in imprenditori: i corsi speciali impartiti dopo l'orario di lezione e pagati dai genitori sono diventati ben spesso la principale fonte di guadagno degli insegnanti, tanto più che non è sempre facile per gli studenti seguire bene le lezioni quando ci sono 80 o 90 studenti in una classe.

La situazione degli insegnanti è particolarmente critica nel periodo degli esami in cui molti insegnanti sono spediti a centinaia di kilometri da casa. Ci sono stati casi di decesso di insegnanti che le autorità non avevano voluto esonerare per motivi di salute.

A partire dal 2005, gli insegnanti hanno deciso che era tempo di cambiare. Si sono lamentati del ministro, poi hanno organizzato assemblee del personale. Hanno deciso che era tempo per loro di formare un sindacato indipendente per lottare per i loro diritti.

Il sindacato indipendente degli insegnanti fondato nel 2010, contava prima della rivoluzione 2000 o 3000 aderenti. Era presente in sei dei ventisei governatorati. Oggi è presente in tutto il territorio e conta 5500 iscritti su 1.250.000 lavoratori.

Il sindacato richiede un salario mensile di 3000 Lire egiziane (350 euro) per 30 ore settimanali d'insegnamento e l'assunzione dei docenti precari, alcuni dei quali hanno più di venti anni di insegnamento. Il governo egiziano deve ancora emanare il decreto applicativo della legge del 2 Marzo 2011 in cui si prevedeva l'assunzione de gli insegnanti a tempo determinato con più di tre anni di servizio.

Recentemente  due supplenti a  contratto sono stati arrestati dai militari che hanno fatto irruzione in  un sit in di insegnanti che protestavano per avere contratti a tempo indeterminato. Il sit in pacifico è stato interrotto dalle forze di sicurezza che hanno esploso anche dei  colpi a loro indirizzo.

Alla fine dell'anno si è  tenuta  una conferenza di sindacati indipendenti nordafricani e del Medio Oriente con l'obiettivo di favorire il sindacalismo nella regione. Erano presenti delegati di Algeria, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Mauritania, Marocco, Palestina, Tunisia e Yemen ; i rappresentati del sindacato degli insegnanti del Bahrein non hanno potuto partecipare,  perché i loro capi sono detenuti .
traduzione a cura di CLAUDIA

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