L’USI ed il sindacato di comparto propongono, come ulteriore fase della lotta, di fare “OCCUPAZIONE (SIMBOLICA) DELLE SCUOLE”, cioè senza interruzione della didattica, per ottenere il ritiro del Ddl di Renzi sulla scuola, che è un potenziale passaggio per la distruzione della nostra scuola pubblica e per la sua privatizzazione definitiva, con la trasformazione e i meccanismi di scuola-azienda.
In questi mesi si sono evidenziate tutte le parti negative della “MALA SCUOLA” renziana, si sono fatti scioperi che hanno coinvolto anche fino al 70% della categoria, assemblee, iniziative, presidi e flashmob in tutta Italia …. Coinvolgendo anche gli studenti e le famiglie. Lo stesso governo Renzi, non eletto dal Parlamento o dalla cittadinanza, forte di una maggioranza costruita da modelli elettorali autoritari continua per la sua strada. Solo una forte opposizione, la nascita di una genuina “coalizione sociale” che sappia difendere l’istruzione pubblica e sviluppare di nuovo un sapere diffuso, critico e collettivo tra i suoi obiettivi, utilizzando gli strumenti efficaci di lotta e di sciopero (occasione sprecata in parte anche il 12 maggio 2015, con l’estensione dello sciopero generale coperto dall’USI, sottovalutato da lavoratori e lavoratrici e dalle Organizzazione sindacali di base) può avere concrete possibilità di bloccare questa parte del progetto renziano e dei poteri forti che lo sostengono.
Comprendiamo la volontà di molti-e, di chiedere il “blocco degli scrutini”, che fu organizzato in varie occasioni, anche dall’Usi e all’epoca dello storico coordinamento nazionale lav. scuola (il CNLS), ma siamo consapevoli della sua difficoltà di applicazione pratica, per effetto di accordo sindacale nazionale sottoscritto da sindacati firmatari del CCNL e applicativo della legge che limita (più che disciplinarlo) il diritto di sciopero nel comparto Scuola statale fin dal 1999, che rende tale strumento meno efficace e anche rischioso (in caso di pesanti sanzioni economiche e disciplinari), così come è altrettanto aleatorio lanciare “referendum abrogativi” ormai arma spuntata e che si presta ai ricatti e alle pressioni dei settori sfruttati e più deboli, se e quando siano chiamati al voto, da parte dei poteri forti e dei gruppi di pressione, interessati allo smantellamento della scuola e dell’istruzione pubblica per asservirla a interessi “di mercato”.
Per questo motivo riteniamo, proprio per coinvolgere maggiormente tutte le componenti sociali che a vario titolo si occupano di scuola e istruzione, l’OCCUPAZIONE SIMBOLICA DELLE SCUOLE, unica proposta che può costringere le forze governative a ritirare il loro progetto di smantellamento della scuola, nonché ad assumere da subito i precari con oltre 36 mesi di servizio, come previsto dalla normativa europea e come effetto di ottemperanza alla sentenza del 26 novembre 2014 della Corte di Giustizia della U.E.
Una occupazione che non blocchi la didattica ma costruisca e saldi nelle scuole una opposizione sociale tra chi vi lavora, le famiglie e gli studenti… una occupazione da autogestire liberamente, tramite la costruzione nelle scuole e nei territori, di COMITATI DI DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA trasversali che preparino striscioni, volantini, momenti assembleari, momenti di occupazione (oraria, giornaliera, notturna …) secondo le possibilità e le forze che si riescono ad autorganizzare, per dare informazione alternativa a quella ”blindata” e una risposta forte e radicata nelle scuole e nel territorio, di segno opposto anche in termini educativi e culturali più attenti e rispettosi dei bisogni reali della cittadinanza e dei settori sfruttati, anche nel campo dell’istruzione di massa, pubblica e non basata su nuove discriminazioni di censo, di classe e di condizioni economico sociali ed etniche. Sarà di pari passo un passaggio necessario, da non svincolare con le lotte, percorrere anche la strada dei ricorsi, su cui noi dell’USI siamo molto attrezzati con gli studi legali e con avvocati esperti, collegati alla nostra Confederazione, anche per battere sul fronte giudiziario i progetti governativi, con i rilievi di incostituzionalità della Legge, che entro la metà di giugno 2015, dovrà essere approvata dalla due camere informa definitiva, almeno queste le intenzioni e la tempistica di fonte governativa, per entrare in funzione da settembre con l’inizio del prossimo anno scolastico.
Il tempo a disposizione quindi è poco, bisogna agire senza aspettare ancora sterili e inutili trattative, perché realisticamente e per esperienza sindacale, margini di trattativa non ce ne sono su questa vicenda, troppi sono gli interessi in gioco per permettere anche una “negoziazione” e una “concertazione” come sostengono i sindacati firmatari di CCNL o le loro stesse Confederazioni di riferimento, o lasciarsi illudere dal pensare forme di agitazione e i tempi tecnici di “blocco degli scrutini”, che avrebbero come PRESUPPOSTO FONDAMENTALE CHE I SINDACATI CHE HANNO SOTTOSCRITTO L’ACCORDO NAZIONALE DI APPLICAZIONE DEI LIMITI IN TERMINI DI SCIOPERO CON MODALITA’ “BLOCCO DEGLI SCRUTINI”, LI DISDETTASSERO UFFICIALMENTE, ridando quindi EFFICACIA, VALIDITA’, FORZA E APPLICAZIONE CONCRETA nelle mani di lavoratrici e lavoratori, anche di questa forma “alternativa” di sciopero e di lotta.
IN ASSENZA DI UNA DISDETTA UFFICIALE E FORMALE, con effetti sostanziali, DI QUELL’ACCORDO DEL 1999, I SINDACATI CHE LANCIANO FALSI SEGNALI DI PROTESTA COME IL BLOCCO DEGLI SCRUTINI, PROSEGUONO IN UNA STERILE ATTIVITA’ DI FACCIATA, così come proseguire a chiedere EMENDAMENTI sui tavoli di “trattativa” o in sede PARLAMENTARE del DDL definito “BUONA SCUOLA”, è attività che frena lo sviluppo e la continuità di una lotta dalle caratteristiche popolari, di massa e su uno dei perni fondamentali di intervento politico sindacale anche in Italia, quella ISTRUZIONE-FORMAZIONE- COLLOCAMENTO della forza lavoro “in formazione” (studentesse e studenti) e di chi lavora o beneficia della scuola e istruzione pubblica, in CONNESSIONE CON LE LINEE DI INDIRIZZO MESSE IN CAMPO CON IL JOBS ACT E I DECRETI ATTUATIVI, provvedimenti normativi fortemente voluti anche in sede internazionale, applicabili finora a tutto il settore privato ma di prossima estensione anche nel pubblico impiego e nella scuola…far rimanere le lotte rinchiuse in un ambito categoriale, di settore e limitate a tendenze “neocorporative”, non ha possibilità di vincere.
OCCORRE DARE FORZA E CONTINUITA’ ALLA LOTTA, PER UNA VERA OPPOSIZIONE OGGI, PER SVILUPPARE IL CONFLITTO, OCCORRE METTERE IN PIEDI LA MODALITA’ DI “OCCUPARE LE SCUOLE” E AVERE GLI EFFETTIVI RAPPORTI DI FORZA, FONDAMENTALI PER OTTENERE RISULTATI POSITIVI…DALLA PARTE GIUSTA E NELL’INTERESSE PUBBLICO.
La nostra disponibilità, per quello che siamo in grado di fare e di sostegno che si può dare come Unione Sindacale Italiana e come struttura di categoria, è su questi ambiti.
Italia, 14 maggio 2015
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