COMUNICATO RADIO
STAMPA – USI - Roma, 27 gennaio 2014 – sul Museo della Civiltà Romana
"Tutelare la
salute e la sicurezza di chi lavora, della cittadinanza produce fastidio per
chi governa, finchè la salute e la sicurezza non sono un bene da tutelare ma
sono ancora considerati un costo da sopportare"
In merito
all'Esposto segnalazione di Unione Sindacale Italiana per il Museo della
Civiltà Romana:
si precisa che su
esposto segnalazione denuncia dell'Unione Sindacale Italiana e della RSU
interna della società Zètema, in materia di salute e sicurezza a tutela di
lavoratrici e lavoratori e della cittadinanza che visita i siti museali,
l'Ispettorato del lavoro di Roma ha fatto sopralluoghi al Museo della Civiltà
Romana e al Planetario, riscontrando la veridicità e attendibilità di quanto
segnalato ed esposto dal sindacato autoganizzato USI, che aveva in più
occasioni fatto anche molte segnalazioni interne in materia ai vertici
aziendali e comunali.
Gli Ispettori del
lavoro hanno dato al Comune e alle società che gestiscono le attività museali
dei termini di prescrizione per lavori di adeguamento e messa a norma, che solo
in parte sono stati iniziati, ma che non hanno risolto nè eliminato i fattori
di rischio e pericolo segnalati dall'USI, che è in prima fila sulle iniziative
su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sui territori, facendo parte sia
del "Comitato 5 aprile" di Roma che è nodo locale della RETE
NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI.
Al termine della
fase preliminare e per garantire una prima fase di messa a norma, la
Sovrintendenza capitolina di Roma Capitale e la stessa Zètema hanno predisposto
la chiusura parziale di alcune sale del Museo della Civiltà Romana e altre
misure la cui incisività ed effettività sarà costantemente monitorata non solo
dagli organismi di vigilanza preposti, ma dalla stessa Unione Sindacale
Italiana, che ritiene la prevenzione,
l'attenzione e l'intervento per l'eliminazione dei fattori di rischio e
pericolo o almeno la sua sostanziale riduzione un elemento importante per evitare che si
sottovaluti il problema e si debba poi commentare incidenti sul lavoro con
feriti, morti sul lavoro o danni agli utenti e alle strutture pubbliche.
La preoccupazione
dell'Usi e delle rappresentanze interne nei posti di lavoro è che tale
provvedimento per il Museo della Civiltà Romana, sia solo una misura parziale e
insufficiente, che non elimina la questione e dia solo un segnale di facciata
che sposta la questione nel tempo, mentre per Usi le questioni relative alla
salute di chi lavora, alla sicurezza per utenti, visitatori e cittadinanza e
sicurezza degli edifici come di siti lavorativi e produttivi, necessiti di un
intervento pianificato, programmato nel tempo e con attenzione più alla fase di
prevenzione, informazione e formazione per i vari rishci e pericoli, con
valutazione dei costi e dei benefici complessivi, piuttosto che di intervento
successivo quando i danni si sono provocati.
Per l'Unione
Sindacale Italiana come per la stessa rete nazionale per la salute e la
sicurezza, la salute non è una merce e la sicurezza non può essere considerata
un costo da sopportare, ma sono interessi e beni collettivi da tutelare in modo
pieno ed efficace.
L'USI esprime la
sua solidarietà alla collega, in servizio presso il Museo della Civiltà Romana
e dipendente di Zètema,
associata al sindacato autorganizzato, che venerdì scorso è stata fatta oggetto
di intimidazioni e aggressione da parte di funzionarie comunali, che in modo
sbagliato e inesatto l'avevano ritenuta "colpevole" di aver chiesto
all'Usi di intervenire segnalando le molte inadempienze in materia di sicurezza
e salute sul lavoro, riscontrate poi dai Servizi Ispettivi del Lavoro dopo
intervento ufficiale del sindacato autorganizzato.
La lavoratrice ha
avuto una prognosi di 5 giorni dal pronto soccorso ospedaliero al quale si è
recata, fatto questo che getta una ulteriore ombra sul fatto che i diritti di
chi lavora anche di poter svolgere un lavoro in sicurezza e in condizioni di
serenità e salute, sono messi a rischio se si rompe il muro di omertà e si
effettua un adempimento che è dovere di ogni dipendente segnalare quando se ne
viene a conoscenza, come è espressamente previsto dalle norme italiane ed europee
su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
La pressione e le
attività sindacali anche per la piena tutela su questa materia svolte
dall'Unione Sindacale Italiana, proseguiranno come del resto quelle della
stessa rete nazionale, che ha seguito i principali processi e situazioni a
livello nazionale (Thyssenkrupp, Umbria Olii, ILVA di Taranto, Eternit,
Molfetta, Trani, Ravenna, Cantieri Navali di Palermo, Genova e tanti altri),
fino a che non sarà garantita la piena ed efficace tutela e applicazione delle
norme per chi lavora e chi fruisce dei servizi e attività, su sicurezza e
salute.
Unione Sindacale
Italiana segreteria intercategoriale e mail usiait1@virgilio.it,
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